La memoria della razzia del 16 ottobre 1943 è stata quest’anno segnata dalla figura di Carolina Milani, unica non ebrea in quel convoglio n. 2 che partì dalla Stazione Tiburtina il 18 ottobre e che portò alla morte la maggior parte dei suoi occupanti. Di Carolina si sapeva poco, la sua data e il suo luogo di nascita non erano conosciuti, ma solo ipotizzati, si sapeva unicamente che aveva seguito la sua assistita, Enrichetta De Angeli, presso la quale viveva e con la quale era stata condotta al Collegio Militare in attesa di deportazione.

Per una serie di circostanze e un incontro fortunato tramite social media, il nostro presidente, Lello Dell’Ariccia, è entrato in contatto con alcune nipoti e pronipoti, che hanno partecipato alla serie di iniziative che si sono svolte a Roma per ricordare la signora Milani: alla Stazione Tiburtina il 14 ottobre, all’incontro organizzato dal Dopolavoro Ferrovieri, con Progetto Memoria e l’ANPI del II Municipio di Roma Capitale, ha partecipato Elisa Martellini; il 15 ottobre, alla Cerimonia di Ricordiamo Insieme presso il CASD (ex Collegio Militare) sono intervenute Mirella e Stefania Milani; infine, sotto la sukkà del Tempio maggiore, il 21 ottobre, in occasione della festa di Sukkot, ha avuto luogo una iniziativa raccolta e significativa, organizzata dalla Comunità ebraica di Roma insieme a Progetto Memoria, dove è stata presente Giovanna Gasperoni. Alle ultime due iniziative ha partecipato anche il vice-sindaco del Comune di Scarperia (il paese natale di Carolina Milani) Pietro Modi.

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Carolina Milani e la deportazione del 16 ottobre 1943

Queste le parole del Presidente Lello Dell’Ariccia nel suo intervento al CASD:

«In quella camera a gas è stata uccisa anche l’unica persona non ebrea che aveva viaggiato su quel  tragico treno: si chiamava Carolina Milani, assisteva Enrichetta De Angeli, un’ anziana signora ebrea, malata, di cui, col tempo, era diventata amica. Arrestata insieme alla sua assistita e portata in questo cortile aveva rifiutato la libertà offertale dai militari tedeschi – in quanto non ebrea –  e aveva preferito salire su quel treno per rimanere vicina alla sua amica.

Un nobile gesto di generosa umanità,  di coraggio e di solidarietà. A mio parere, la prima Giusta fra le Nazioni italiana. Insieme al bimbo senza nome nato in questo cortile e partito per Auschwitz in braccio alla sua mamma, è in qualche modo il simbolo di  quella che giustamente è stata definita “l’infamia tedesca”. Per circa 80 anni la Comunità ebraica e gli storici hanno fatto ricerche senza risultati su Carolina Milani: dove e quando era nata, i suoi parenti, la sua storia……

Poi, inaspettatamente all’ inizio di quest’anno, a seguito di una fortunata serie di coincidenze  noi di  Progetto Memoria ci siamo ritrovati, riconosciuti e incontrati  con le sue pro-pro-nipoti.

Un incontro commovente e emozionante che dà un significato importante alla nostra attività di ricerca sulla memoria. Carolina era nata a Scarperia, in provincia di Firenze nel 1881, e ai primi del secolo scorso si era trasferita a Roma. L’abbiamo ricordata ieri alla Stazione Tiburtina da cui è partito quel treno, e oggi, insieme alle pronipoti Mirella e Stefania Milani, la ricordiamo in questo cortile.

E in questo momento trovo naturale ricordare i Giusti, persone armate di un coraggio semplice e silenzioso, credenti e non credenti, mossi non da un’ideologia politica sicuramente, ma da un senso di generosa umanità che misero a rischio la loro vita e quella dei loro familiari per salvare quella di gente disperata, umiliata e perseguitata, che in un momento di terrore, disperazione e morte ci regalarono speranza e vita, senza nulla chiedere, se non la nostra eterna riconoscenza.

E fra loro è giusto ricordare Carolina Milani

Vorrei concludere salutando questa eroina, questa donna coraggiosa e generosa, simbolo di umanità, amicizia e solidarietà, con quella che io considero la più bella parola della lingua e della cultura ebraica e che d’altronde è bella tradotta in tutte le lingue: Shalom Carolina, il tuo ricordo è una benedizione.»

15 ottobre, CASD (Centro Alti Studi per la Difesa) – Alcuni momenti di Ricordiamo Insieme


21 ottobre, Sukkà del Tempio Maggiore di Roma, con la partecipazione del presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, del rabbino capo, Riccardo Di Segni, dell’assessore alla Memoria Daniele Regard, dell’ex assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor, dell’assessore con delega alla Memoria del Municipio II, Arianna Camellini, del presidente dell’ANED Roma, Andrea Di Veroli, della presidente di Ricordiamo Insieme, Federika Wallbrecher.