Dopo l’annuncio dell’armistizio siglato a Cassibile il 3 settembre precedente, l’8 settembre 1943 è la data di inizio formale della persecuzione delle vite degli ebrei in Italia. L’occupazione nazista del Centro-nord segnò infatti l’inizio delle deportazioni anche nel nostro paese, ad opera, non solo degli occupanti, ma anche con la collaborazione delle autorità italiane.
l bilancio complessivo delle vittime della Shoah in territorio italiano, compreso il Possedimento Italiano delle Isole Egee è di più di 8.987 persone, tra cui 322 i deceduti in Italia in stato di detenzione o durante la fuga o suicidatesi. I tornati nelle loro case, dopo lutti e sofferenze, furono 1.089.
Questi numeri si riferiscono alle persone identificate attraverso le ricerche della Fondazione CDEC, in particolare attraverso gli studi di Liliana Picciotto. Ma ci sono ancora nomi da indentificare.
Grazie all’operato di tanti, alcuni dei quali onorati del titolo “Giusto fra le Nazioni” da parte dello Stato d’Israele, gran parte degli ebrei in Italia poterono salvarsi.
La più grande deportazione avvenne a Roma il 16 ottobre 1943. Alla razzia, insieme al Dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità ebraica di Roma (DiBAC) e al Centro Romano di Studi sull’Ebraismo (CeRSE) di Tor Vergata, dedichiamo il Modulo 3 del corso “Un’identità in bilico. Ebrei ed ebraismo nell’età contemporanea”.
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