Nel ricordo dei deportati da Roma dopo la razzia del 16 ottobre, Anna Esposito e Claudia Condemi hanno partecipato, a nome di Progetto Memoria, al viaggio promosso da Roma Capitale con la Fondazione Museo della Shoah

Ciascuno di noi potrebbe commentare questo viaggio in modo diverso, ma le sensazioni e le emozioni che abbiamo provato, innumerevoli e dolorose, ci hanno reso senza dubbio più forti. Affermare che tale esperienza arricchisce e dà il coraggio necessario per affrontare ciò che è stato può sembrare un luogo comune, ma ci sembra opportuno dire, all’indomani di questi tre giorni, dal 22 al 24 ottobre, che ancora una volta dovrebbe essere obiettivo delle istituzioni e priorità nazionale informare e formare i futuri cittadini sui banchi di scuola e formalizzare un programma di studio delle cause e delle conseguenze della Shoah per tutte le scuole superiori di ogni ordine e grado.

Ciò che si rappresenta attraverso gli occhi di chi scrive la storia non può raggiungere mai l’intensità emotiva e la concreta consapevolezza di ciò che si vede con i propri occhi. Chi va ad Auschwitz per la prima volta, pur preparato, fa un’esperienza durissima che, al ritorno costringe ad un risveglio improvviso, che fa precipitare in una realtà quasi ‘surreale’, dove si fatica a muoversi con disinvoltura e che è difficile da comunicare. Si ripresentano alla mente, scolpite come nel marmo, le parole di chi ha vissuto quegli orrori, di chi ha lavorato in condizioni e luoghi disumani, a contatto continuo con la fame, la malattia, la morte, lontano dai figli, dai genitori, dalle persone più care. E il ritorno, alla vita ‘normale’, è lento…

Insieme a duecento studenti e ai loro docenti, tante personalità politiche, del mondo ebraico e non, a Sami Modiano e Tatiana Bucci, siamo arrivate a Birkenau, il più grande cimitero d’Europa, proseguendo poi per Auschwitz 1, oggi divenuto museo. Qui tensione e commozione hanno segnato il culmine quando i testimoni si sono rivolti agli studenti spiegando luoghi e vicende vissute in prima persona, narrando di morte e di speranza di vita, di amicizia e tradimento, di odio e fratellanza.

Vorremmo con queste parole, malgrado tutto, riuscire a dare un’efficace  testimonianza del nostro viaggio senza cadere nella retorica; quindi, cominciamo col ringraziare Roma Capitale e la Fondazione del Museo della Shoah (promotori e organizzatori del viaggio) per averci dato questa opportunità; a ciò aggiungiamo una serie di fotografie, le immagini più significative che abbiamo raccolto durante questo cammino, per dedicarle agli studenti e ai docenti presenti e soprattutto a quelli che non hanno potuto esserci ma avrebbero voluto…

Durante le conferenze serali, condotte da Marcello Pezzetti, gli alunni partecipanti hanno ascoltato con estrema attenzione il racconto di Sami e Tatiana e hanno riservato loro varie domande e riflessioni a commento e gratitudine. Alla fine, si è aperta una parentesi inaspettata: Sami ha raccontato il suo primo incontro con  Selma, che è stata chiamata a parlare del matrimonio e della loro lunga relazione. Un finale imprevisto che ci ha regalato il sorriso dolcissimo dei testimoni e ci ha restituito un po’ di quella speranza e di quell’amore che muovono tutte le cose e riescono a vincere sulla cattiveria umana e sulla morte.

il vecchio quartiere ebraico e il ghetto di Cracovia, la medievale Piazza del Mercato (la più grande d’Europa) con le sue bancarelle cariche di splendide ambre e oggetti di artigianato di legno, l’antica cattedrale, la fabbrica/museo di Oskar Schindler, i ponti moderni sul fiume Vistola e i boschi avvolti spesso da fitta nebbia rimarranno nei nostri cuori.

Anna Esposito e Claudia Condemi